Chi sono

Sono Maurizio Magri e nasco a Milano il 28 novembre 1983.
Fin da piccolo ho sempre nutrito la passione per tutto ciò che avesse delle ruote, nella fattispecie quattro e un motore a scoppio.
 I miei genitori e i miei nonni mi hanno spesso raccontato che, tra i miei primi discorsi e frasi di senso compiuto, durante il periodo della prima infanzia, c’erano i nomi delle vetture che riconoscevo per strada durante le passeggiate con loro.
Dispongo di alcune fotografie, scattatemi da mio papà quando avevo sei mesi, che mi ritraggono aggrappato al volante della sua Opel Kadett di allora.

Ricordo come un sogno le scorribande per i locali di casa o nel cortile della cascina dei miei nonni con il triciclo, indossando un secchiello in testa a mo di casco, oppure con un’automobilina rossa (rigorosamente Ferrari!) a pedali e, successivamente, man mano che crescevo, con la moltitudine di biciclette  che ho avuto.

Intorno ai dieci-dodici anni le mie uniche letture erano rivolte ad una rivista automobilistica settimanale, alla quale mio papà aveva fatto l’abbonamento. Ricordo le indigestioni che facevo di questa carta stampata, per poi correre velocemente alle ultime pagine, quelle dei listini dei costruttori, e scorrere gli elenchi dei modelli, casa per casa, fino a incrociare con lo sguardo il modello sportivo, quello con più cavalli, quello più veloce, immaginando e sognando di averne uno per tipo una volta diventato grande.

Diventato grande, ho capito che, purtroppo, sono molto remote le possibilità di possedere una vettura per modello: mi sono così cimentato nel modellismo statico, altra mia grandissima passione.
Da qualche anno, infatti, colleziono modellini in tutte le scale delle vetture stradali e sportive (rally, turismo e Formula Uno).
Attualmente, ne possiedo più di trecentocinquanta unità.

Negli anni della prima adolescenza ho iniziato ad avvicinarmi alle corse su strada, rally e gare in salita.
Nella zona dove ho la casa di villeggiatura, in Valcamonica, è molto forte la passione per questo tipo di discipline motoristiche e sono frequenti (in passato forse ancor di più) le manifestazioni sportive.
Da allora ho iniziato a fantasticare, a non veder l’ora di compiere la maggiore età per poter fare la patente e potermi comprare un’auto tutta per me; non un’auto qualsiasi, ma un’auto sportiva, una come quelle che vedevo la domenica sui “campi di battaglia” ma senza adesivi, da custodire amorevolmente nel box e da poter utilizzare qualora ne avessi voglia o necessità.

Dopo aver iniziato a lavorare e aver messo da parte i miei primi stipendi, ho potuto acquistare la mia prima vettura, che attualmente possiedo: una Peugeot 106 Rallye 1600cc 16V, bianca, una delle ultime prodotte dalla casa di Sochaux, prima che finisse la produzione del modello. 
Le modifiche apportate a questa vettura stradale, grazie anche all’aiuto di mio papà, nonostante lui stesso non abbia mai approvato questa mia “politica”, sono sempre state numerose e tutte a tema corsaiolo.

Dopo i rally, la passione per l’automobilismo sportivo a trecentosessanta gradi mi ha avvicinato maggiormente anche al mondo delle gare in pista e, con il passare del tempo, ho “collezionato” presenze a centinaia di manifestazioni come spettatore, delle quali oggi conservo migliaia di foto, numero destinato ad aumentare continuamente: proprio con l’avvicinamento anche a queste discipline, ho “rischiato” di diventare pilota (seppur sempre gentleman driver e non pilota di professione) un bel po’ di anni fa, purtroppo però senza successo.

Finchè, stanco di continuare a rimandare o di fantasticare inutilmente, ho deciso di concretizzare il mio sogno, riavvicinandomi maggiormente all’automobilismo sportivo “su strada”.

Tra ottobre e novembre 2013 ho comprato un’altra Peugeot 106 Rallye 1600cc 16V uguale alla mia, che è stata preparata poi dalla EFFELLE di Alessandro Leidi e da suo zio Angelo Franzoni (lo sviluppo della vettura verrà poi descritto minuziosamente in una sezione del sito che realizzerò appositamente).
 A giugno 2014 ho appoggiato per la prima volta il mio sedere sul sedile fisso della vettura, in occasione della prima “messa in strada” (forse meglio dire “messa in pista”) all’Autodromo Daniel Bonara di Franciacorta.
Qualche mese più tardi ho potuto prender parte alla mia prima Malegno-Ossimo-Borno, la gara tanto sperata, tanto desiderata fin da quando ero piccolo. 
Da allora ho potuto partecipare ad un’altra edizione di questa magnifica gara (edizione 2015), nonchè ad un altro paio di prove in pista e una gara non titolata.

Spero che il futuro mi riservi ancora la possibilità di gareggiare sulle “strade di casa” e di continuare a coltivare questa mia enorme passione.
Ringrazio il Cielo di aver avuto la possibilità di concretizzare questo mio sogno e aver potuto iniziare ad indossare, seppur saltuariamente e con non pochi sacrifici economici, tuta, guanti e casco e calarmi dentro l’abitacolo della MIA vettura da corsa!