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Renault Clio Williams Gruppo A BalBosca

Se dici rally, dici Clio Williams!
Almeno, questa è una delle prime vetture che mi balzano alla mente appena sento pronunciare la parola che definisce la disciplina motoristica.
La Renault Clio prima serie, nelle connotazioni sportive (1.8 16v e Williams), è uno dei modelli che mi accompagna fedelmente da metà anni novanta, da quando mi sono avvicinato, all’inizio un po’ timidamente, al mondo delle competizioni su strada, da spettatore appassionato.

Ricordo il nugolo di vetture francesi nelle varie preparazioni, gruppo N o gruppo A, portate al limite (qualche volta anche oltre) tra le curve e gli allunghi delle prove speciali o delle manches in salita.
Assieme alla 306 Kit Maxi, la Clio è sicuramente l’auto che mi ha stregato, mi ha rapito, mi ha condotto ad introdurmi sempre di più, mani e piedi, in questo mondo.

Proprio per questo motivo, non potevo sicuramente rinunciare ad averne un modello specifico in scala 1/18: vicino alle repliche di quelle portate in gara da Jean Ragnotti ad inizio anni ’90, con la tipica livrea argentea ufficiale e gli sponsor Diac, ho realizzato un modello “di casa nostra” utilizzato dal compianto Francesco Pozzi al Rally Valle d’Aosta nel 1998, dove ha terminato primo assoluto.

Partendo da una già ottima base della Norev, ho riprodotto la Clio di BalBosca nella classica colorazione giallo-blu.

 

Esternamente, oltre alla colorazione che la contraddistingue, ho adottato dei cerchi “ragno” bianchi, i tipici Speedline 2112 della versione gruppo A. Ho anche modificato l’assetto, per renderlo il più verosimile possibile a quello delle auto preparate in base a questa categoria, oltre ad adottare dischi dei freni più grandi, mutuando delle rondelle metalliche.
Sul tetto, è stata aperta una feritoia e realizzata la presa d’aria.
Ho inoltre rifatto l’uscita dello scarico e ho applicato due paraspruzzi dietro le ruote posteriori.
Son stati anche realizzati i ganci fermacofano anteriori e posteriori.
Infine, ho applicato la livrea acquistata su internet, fedele alla gara specifica di cui sopra.

 

Internamente, ho effettuato pochi cambiamenti all’abitacolo, realizzato già molto bene.
E’ stata sostituita la leva del cambio, eliminando quella a movimento manuale, in vista del castelletto alto a “T” del sequenziale.
Ho infine fissato la ruota di scorta, anche in questo caso con cerchio Speedline 2112.

 

Al termine dei lavori, molte ore di lavoro spese, ma il risultato finale mi appaga ed esalta.
Un altro pezzo unico aggiunto alla mia collezione!

Lancia Delta Integrale 16v Scuderia del Grifone

Successivamente alla realizzazione dei due modelli di Lancia Delta Integrale 16v, rispettivamente nelle livree Martini e Fina (Jolly Club), la mia attenzione si è spostata su un’altra colorazione che ha contraddistinto per anni il modello, anche sulla scena del rallysmo mondiale: quella oro/nera, marchiata Esso, della genovese Scuderia del Grifone, nel dettaglio quella che ha corso con l’equipaggio Liatti-Tedeschini al Rally di Sanremo 1990.

Come per le due “sorelle” ultimate l’anno prima, anche per questa versione sono partito dalla buonissima base della Ixo-Altaya, riprodotta nella classica livrea rossa Martini, andata in scena in occasione (unica) del Rally di Sanremo del 1989.

 

Le modifiche apportate, agli interni ed esterni del modellino, sono state grosso modo le medesime delle precedenti.
Più nel dettaglio:

Esterni: apertura delle due finte botole di areazione sul tetto e realizzazione di botole aperte, realizzazione di tutte le aperture sul paraurti anteriore e aggiunta di una griglia, così da renderne maggiormente realistico l’effetto, realizzazione di due paraspruzzi posteriori con pellicola di plastica adesiva e fissaggio al paraurti posteriore, al posto di quelli esistenti in plastica rigida, allargamento foro tubo di scarico, colorazione carrozzeria nella classica tinta oro/nera ed applicazione finale delle decals, adozione di cerchi Montecarlo all’anteriore (grazie ancora una volta all’amico Danilo per questi particolari), con l’aggiunta dei classici “ventoloni”, mantenimento di cerchi Sanremo al posteriore, con colorazione dei dettagli quali il mozzo centrale e i dadi di fissaggio, sostituzione antenna sul tetto con una artigianale di mia creazione;

 

Interni: colorazione della strumentazione sul cruscotto, così da renderne maggiormente realistico l’effetto, colorazione interno scocca di grigio, colorazione parte anteriore dei sedili di grigio e applicazione alla parte posteriore di trama a simulazione del kevlar, colorazione estintori di colore grigio, realizzazione della batteria posta in abitacolo, realizzazione di cinture di sicurezza in stoffa rossa, colorazione pannelli porta ed applicazione della trama Missoni.

 

Curiosità: partendo dalla base “Martini Rosso del Sanremo ‘89”, ho mantenuto fede anche alla storia reale; difatti, la vettura usata dalla coppia Liatti-Tedeschini in occasione della gara ligure, è proprio la stessa utilizzata l’anno prima dall’equipaggio Biasion-Siviero, che ha messo il sigillo sul secondo titolo mondiale, alla prima uscita con la versione 16v della Delta.
Anche nella versione della Scuderia del Grifone, l’Integrale mantiene la mascherina nella colorazione nera, vista anche l’anno prima nella livrea “Martini Rosso”.

Terminato questo modello, ora mi manca solo da modificare un’Integrale 16v, nella classica colorazione Martini, usata da Kankkunen durante il Rally del Portogallo nel 1990: così facendo, avrei esposte praticamente quasi tutte le Delta Integrale 16v, nelle principali colorazioni ufficiali, dal 1989 al 1991.

Lancia Delta HF Integrale 16v Martini e Fina

Dopo parecchio tempo, aggiorno anche la sezione dedicata al modellismo.
Con l’occasione, presento le ultime due “fatiche”, iniziate e terminate quasi in parallelo: due modelli, in scala 1/18, di Lancia Delta HF Integrale 16V gruppo A.

Come base di partenza, ho sfruttato altrettanti modelli prodotti dalla Ixo Altaya, acquistati in rete da un venditore spagnolo, in quanto, sembrerebbe, che queste riproduzioni non siano mai arrivate nel nostro paese.
Le repliche di partenza avevano la livrea rossa Martini, apparsa l’unica volta sul palcoscenico mondiale in occasione del rally di Sanremo edizione 1989.
Livrea particolare e da me molto apprezzata, tant’è vero che ho acquistato anche un modello in più, da mantenere con questa colorazione e, sicuramente, da modificare e migliorare in futuro.

 

Per i due esemplari che invece descriverò qui di seguito, fin dall’inizio ho pensato ad una classica livrea Martini per l’una e ad un altrettanto affascinante livrea Fina per la seconda.

Smontati completamente i modelli, come primo intervento ho apportato le aperture sul tetto, che, sugli esemplari di partenza, erano solo simulate con delle incisioni. In questo modo, invece, le prese d’aria sono realistiche e, successivamente, ho ricreato anche le relative “botole”, nella versione adottata tra la seconda metà del 1990 e la prima metà del 1991, ad apertura unica per tutta la larghezza.
I paraurti sono stati modificati e resi più realistici: ho aperto i fori quadrati e quelli inferiori, applicando una retina sottile, che ne replicasse la tipica grigliatura.

Dopo aver rimosso le livree presenti e anche parte del colore rosso di fondo, ho dato una mano di aggrappante alle carrozzerie e ai paraurti e, successivamente, alcune passate di bianco.

 

Nel frattempo, ho commissionato all’amico modellista Danilo i cerchi Speedline Montecarlo, adottati nelle gare su asfalto, i quali sono stati da lui realizzati con la stampante 3D e da me poi colorati di bianco.
Sui cerchi sono stati poi “montati” pneumatici specifici e, all’anteriore, i classici “ventoloni” di estrazione dell’aria calda dei freni, tipici di queste vetture.

 

Per la versione “Fina” ho fatto realizzare anche una fanaliera supplementare da cofano e, per entrambe le vetture, gli specchietti retrovisori stretti Vitaloni, sempre impiegati in quel periodo.

Anche gli interni sono stati coinvolti dalle mie “cure”: dopo averli smontati completamente, ho verniciato tutta la parte del fondo di colore grigio e ho ritoccato i vari componenti interni, con l’obiettivo di renderli più verosimili possibile agli originali. Ho aggiunto poi le colorazioni Missoni sui pannelli porta, dei nastri che simulassero la parte posteriore delle cinture di sicurezza e un piccolo parallelepipedo al posto della batteria.
I sedili sono stati rivestiti esternamente con i colori del kevlar e, anteriormente, schiariti, in modo da avvicinarsi il più possibile al grigio-azzurrino del tessuto utilizzato all’epoca dalla Sparco (quest’ultima modifica di colorazione, purtroppo, non compare nelle foto dettagliate dei lavori, ma si riesce a scorgere nelle immagini finali dei modelli ultimati).

 

Dopo averne allargato il diametro interno, ho riposizionato anche il terminale di scarico.

L’ultima modifica riguarda i paraspruzzi applicati al paraurti posteriore: dopo aver rimosso gli originali in plastica stampata, ho realizzato gli stessi con un pezzo di plastica adesiva rossa, chiusa e fissata con un pezzo di fil di ferro sottile.

 

Rimontati i due modelli, ho accentuato maggiormente la campanatura delle ruote anteriori, così da avvicinarmi il più possibile a quella delle vetture gruppo A.

In rete ho acquistato le decalcomanie per le due automobiline: Fina Jolly Club, equipaggio Cerrato-Cerri, rally di Sanremo 1990 e Lancia Martini Racing, equipaggio Kankkunen-Piironen, rally di Montecarlo 1991.
Anche questa operazione non è stata semplice e si sono rese necessarie alcune modifiche, in quanto le livree presentavano alcune incongruenze rispetto a quelle originali.

 

A lavori ultimati, posso ritenermi molto soddisfatto dei risultati, in linea con quanto da me sperato.

Maledetta scocca

Nel corso delle settimane successive, complice anche la chiusura di alcune Regioni (tra cui la mia) imposta dal governo, mi sono dedicato a mettere in ordine i pezzi dell’abitacolo smontati e sparsi in tutti gli angoli del mio box.
Per molti di essi ho potuto scegliere tra due alternative, avendo parecchi ricambi in comune sia la Delta Integrale che la GT, così da preferire quelli in condizioni migliori e tenere la “seconda scelta” come scorta.

Ho provveduto inoltre ad acquistare alcuni prodotti per detergere le superfici di tutti i componenti e trattarli con la tecnica del “car detailing”, così da donare nuova vita agli stessi e riportarli alle condizioni di quando l’auto era nuova.

Altro lavoro importante riguarda la moquette del fondo abitacolo: il primo passo è stato quello di rasarla con la macchinetta tosa capelli, proprio come si fa con le pecore (effettivamente il colore attuale poco si discosta da un manto ovino). Questo mi ha permesso di eliminare tutte le parti sfilacciate e di renderla tutta uniforme, tranne in un punto, vicino al pedale della frizione, decisamente rovinato e che andrà ripristinato.
I passi successivi riguarderanno una profonda pulizia, con abbondante detergente e lancia ad alta pressione, e, una volta asciutta, una tinteggiatura di tutta la superficie con il colore originale.

Di seguito, alcune immagini della moquette (anche nel dettaglio) di prima, durante e dopo le operazioni di rasatura:

 

Nel contempo, ho ricevuto aggiornamenti circa lo “stato di salute” della mia Delta, affidata alle sapienti mani di Andrea (www.bossauto.it): purtroppo le notizie trasmessemi non sono state positive, in quanto, oltre ai problemi già evidenziati alla scocca, se ne sono aggiunti altri, che si traducono in numerose crepe alle basi dei montanti (nella zona anteriore dell’abitacolo), in prossimità della raccordatura con il tetto e nel vano motore.
Tutto questo implicherà pesanti e profondi lavori di saldatura e messa a punto della scocca, tutte operazioni da effettuarsi una volta posizionata su banco di riscontro.

Di seguito, alcune immagini della vettura in fase di smontaggio, dalle quali si possono vedere i danni alla scocca:

 

Da una prima verifica, anche il reparto propulsore non gode di ottima salute: oltre ad una mancanza di pressione olio sufficiente, probabilmente dovuta ad una pompa “stanca” e da sostituire, e alla turbina che “non spinge” esattamente come dovrebbe, si è riscontrata anche una carenza della pressione nelle singole camere di scoppio, quantificabile in circa un bar in meno a cilindro.

Di seguito, una foto del motore e alcune immagini della scocca, completamente denudata di tutti gli organi meccanici:

[…continua]